Marketing Odontoiatrico per Studi Dentistici

Marketing odontoiatrico e tutela dei dati sensibili: cosa rischia lo studio se affida i ricontatti a call center esterni

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Preventivo dentista: come trasformare una proposta in una decisione consapevole

Indice

Contesto: quando il marketing supera il confine della legalità

Sempre più spesso alcuni operatori del settore odontoiatrico si affidano a società esterne per gestire le campagne di marketing e i ricontatti dei potenziali pazienti.


In molti casi, però, queste aziende si presentano come se fossero lo studio dentistico stesso, spingendosi a porre domande sullo stato di salute o sulle condizioni economiche della persona che ha compilato un form online.

Questo comportamento non solo mina la fiducia del paziente, ma può configurare violazioni del GDPR e della normativa sanitaria italiana.

Il quadro normativo di riferimento

Il tema è disciplinato principalmente da:

Regolamento (UE) 2016/679 (GDPR)

– D.Lgs. 101/2018, che ha adeguato la normativa italiana

Codice di Deontologia Medica e obbligo di segreto professionale

– Provvedimenti del Garante Privacy, che chiariscono limiti e responsabilità nel trattamento dei dati sanitari

I dati sanitari sono “particolari”: serve un consenso esplicito

 

Secondo l’articolo 9 del GDPR: “Il trattamento dei dati relativi alla salute è vietato, salvo specifiche eccezioni.”

Uno studio può trattare dati sanitari solo se:

1- lo fa nell’ambito di un percorso clinico o di prevenzione sanitaria,

2- il trattamento è effettuato da professionisti sanitari o sotto la loro responsabilità diretta,

3- l’interessato ha fornito un consenso esplicito, informato e specifico.

Quando un call center esterno raccoglie queste informazioni prima che il paziente diventi tale, si entra in un ambito di marketing e profilazione, non di diagnosi.
👉 In questo caso serve un consenso distinto e ben esplicitato.

Dove si annidano i rischi principali

 

Ecco i punti critici che possono far scattare sanzioni o danni reputazionali:

🔸 Mancanza di trasparenza: se il paziente crede di parlare con lo studio, ma in realtà risponde a un operatore esterno.

🔸 Trattamento illecito di dati sanitari: se si chiedono informazioni sulla salute senza il necessario consenso esplicito.

🔸 Uso di società estere non conformi al GDPR: trasferire dati fuori dall’UE richiede specifiche garanzie contrattuali.

🔸 Assenza di contratto di nomina a “Responsabile esterno del trattamento” per il call center.

🔸 Profilazione economica o sanitaria non dichiarata: domande su “quanto può spendere” o “quanti denti mancano” sono dati particolari.

🔸 Violazione del segreto professionale: se il personale che riceve i dati non è soggetto a tale obbligo.

🔸 Sicurezza informatica insufficiente: canali non cifrati o accessi non controllati ai dati raccolti.

Le conseguenze legali e reputazionali

 

Chi adotta pratiche simili rischia:

💥 Sanzioni amministrative fino a 20 milioni di euro o al 4% del fatturato globale (art. 83 GDPR)

⚖️ Segnalazioni al Garante Privacy da parte di utenti o competitor

🧨 Danni di immagine e perdita di fiducia da parte dei pazienti

Come operare nel rispetto delle regole

 

Per mantenere campagne marketing efficaci senza incorrere in violazioni, uno studio odontoiatrico dovrebbe:

✅ Redigere un’informativa chiara e completa (art. 13 GDPR)
✅ Ottenere consenso esplicito per l’uso dei dati sanitari a fini di marketing
✅ Garantire che il ricontatto sia effettuato da personale interno o da soggetti formalmente incaricati e formati
✅ Stipulare un contratto di nomina a Responsabile esterno con eventuali partner
✅ Verificare la localizzazione dei server e l’adeguatezza del Paese estero se i dati vengono trasferiti fuori dall’UE
✅ Aggiornare le misure di sicurezza (autenticazioni, audit, crittografia, log accessi)

preventivo dentista | trattativa


Conclusione

 

Delegare a società esterne la gestione dei lead può sembrare una scorciatoia, ma quando queste società si fingono lo studio e trattano dati sanitari si entra in un terreno minato.

👉 Trasparenza, consenso informato e rispetto delle normative non sono solo obblighi legali, ma elementi di fiducia che distinguono gli studi professionali etici da chi adotta pratiche scorrette.

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